lunedì 31 dicembre 2012

Buon 2013

                   Siete pronti?
                 E' quasi iniziato il conto alla  rovescia....
                                              Preparate lo spumante....                               

                                                          

                       9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0.....

                                                          

              
                     Pronti a brindare al Nuovo Anno!!!

                                                          

Auguro a tutti di realizzare grandi e piccoli sogni,
di credere che ci sarà un cambiamento positivo nelle nostre vite.
Auguro a tutti di continuare a credere in se stessi, con l'assoluta convinzione che ognuno di noi può fare la differenza, creando valore e felicità proprio nel luogo e nella condizione in cui si trova.
Auguro a tutti di amarsi e di amare un pò di più e di sorridere un pò di più, tutti i giorni.

Un augurio speciale a tutti gli insegnanti come me, perchè continuiamo a portare avanti il nostro lavoro missione con grande passione ed entusiasmo perchè dietro ad ogni grande persona...
c'è stato sicuramente un grande maestro!


AUGURI!!

mercoledì 26 dicembre 2012

Attese

Il Natale è la festa della pazienza.
Ce ne vuole tanta per continuare ad alzarsi presto la mattina anche  se sei in vacanza e preparare il pranzo e la cena con un pò di anticipo, per poter mettere il naso fuori di casa almeno qualche oretta.
Che pazienza ci vuole, quando il massimo della vita sarebbe dormicchiare sul divano e leggere un libro, senza pensare assolutamente al mangiare.
Ma visto che, dopo vent'anni, i miei genitori sono venuti a trovarmi cerco di fare "la brava figlia" con una parvenza di tradizione natalizia.
Domani preparerò le lasagne con i carciofi, il mio piatto forte, oggi verdurine, involtini di carne e tanti dolci.
Tra una pietanza e l'altra, tra una passeggiata e un pisolino, inizio a fare un bilancio dell'anno che sta per chiudersi.
E sono felice che si chiuda con una dolce attesa...
Non quella di un bebè, per carità (ho fatto voto di dedicarmi ai figli altrui), ma quella dell'inserimento nelle graduatorie per insegnare all'estero.
Ho atteso 9 anni per poter fare il concorso, esattamente 10 perchè queste benedette liste fossero riaperte.
Ho circa 15 giorni per compilare per bene la domanda, cercando di far valere più punti possibile.
Che emozione, ho scaricato il modulo ma mi tremano le mani al pensiero di compilarlo...
E se mi chiamano davvero?
Il massimo sarebbe se venissi chiamata tra due anni, quando i miei alunni avranno finito la classe quinta e io avrò 40 anni.
Sarebbe un regalo stupendo...
C'è da attendere, con molta molta pazienza...
intanto inizio a sognare e, si sa, i sogni sono l'anticipazione di ciò che accadrà!

martedì 25 dicembre 2012

Natale

E' Natale.
Natale.
Natale.
Pronuncio la parola Natale più volte per sentire che effetto mi fa.
L'immagine che mi appare è quella di un verde abete addobbato e pieno di lucine.
Non c'è niente da fare: un Natale veramente diverso ancora non l'ho assaporato.
Quest'anno poi che sto dalla parte di chi deve cucinare...una bella fatica!
Mi chiedo se proprio sia irrinunciabile questa parte del Natale dedicata alla cucina.
E' vero che è bello ritrovarsi insieme davanti a una tavola imbandita, gustare del buon cibo, dedicarsi così a chi si ama...
Purtroppo ho realizzato che personalmente non trovo ben speso il tempo passato tra i fornelli.
Ho capito che si può stare bene insieme consumando anche solo metà del cibo che di solito si consuma per le feste.
Eviterei così digestivi vari per ovviare a terribili mal di stomaco.
Comunque, Natale è Natale, anche con le sue molte contraddizioni.
Perciò...


AUGURI DI CUORE A TUTTI!!!!!!!

lunedì 17 dicembre 2012

Tributo a Sensei

Risveglio
Qualunque fiore tu sia,quando verrà il tempo sboccerai.
Prima di allora,una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o
voler essere un altro fiore,perchè non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.
                                                                              Daisaku Ikeda
Daisaku Ikeda  era  ancora  adolescente quando  finì  la seconda  guerra mondiale. Egli assistette
al tracollo dell’impero e del tradizionale sistema dei valori  giapponesi. La  sua ricerca sul significato
della vita, iniziata in quel periodo di  disordine e tumulto,  formò  le basi della visione filosofica che 
poi espresse in forma letteraria negli anni seguenti.
Le poesie, i saggi e gli altri suoi lavori sono diversi da  quelli degli scrittori a tempo pieno: nascono

e prendono forma nei  momenti  liberi, ogni  volta che  le  sue  responsabilità  di  leader  religioso
e  uomo  di  pace  glielo  permettono. Proprio in questo  c’è il  valore e la forza  delle sue parole.
Secondo l’insegnamento buddista il dialogo,la lotta per la pace e il rispetto per ogni  forma di vita
dovrebbero  essere  le basi dell’agire umano. Partendo da questi princìpi, Ikeda si è  impegnato a
intrattenere incontri con grandi figure intellettuali di tutto il mondo orientale e occidentale , nella
convinzione che tali conversazioni abbiano la duplice funzione  di rendere  le  persone sempre più 
consapevoli della  difficile realtà  che viviamo oggi e allo stesso  tempo presentare un ideale per il 
quale valga la pena lottare.
Le opere di Ikeda,quindi,spaziano dalla saggistica vera e propria, alle storie per ragazzi, dai dialoghi

con rappresentanti di altre  religioni  ai dialoghi  sul futuro del pianeta, sul cosmo, sulla salute, sulla
pace, sulla società umana.
Alla base di tutta la sua produzione letteraria appare sempre chiara la visione buddista della società,

dell’universo e della vita.

Il pensiero di questa straordinaria persona influenza positivamente la mia vita, spero vi sia d'ispirazione!

sabato 15 dicembre 2012

Londra, ti adoro!

Londra dal London Eye

Londra è il contenitore dei miei sogni.
E' il ricordo di vite passate e l'anticipazione di vite future.
E' il tempo che scorre a suo piacimento.
I colori, i suoni, gli odori: tutto mi ricorda casa.
Quale casa non so.

The Shard

A Londra c'è anche il genio italiano.
C'è anche la storia dei Romani che hanno dato origine a Londinium...
e quindi mi sento doppiamente a casa.

Suonatore di Cornamusa

A Londra c'è tutto il mondo, quindi anche la Scozia.
Con cinque ore di National Express sei a Glasgow.
A Londra io e Callum ci siamo rincorsi con la metropolitana, alla fine non ci siamo trovati, pur essendo così vicini...

Vista sul Tower Bridge

Londra non è mai scontata, anche quando  ti trovi davanti ad una cartolina reale e ti dai i pizzicotti per assicurarti che non sia solo un sogno.
Mi sono sentita molto fortunata ad essere lì. Due giorni di felicità assoluta!

Tina ed Ely

Miki, Tina ed Ely

"L'uomo che è stanco di Londra, è stanco della vita..."
non ricordo chi abbia detto questa frase, ma condivido appieno!
Un grande in bocca al lupo ad Ely per l'avventura che ha intrapreso!
Noi non saremo mai stanchi di Londra!

sabato 8 dicembre 2012

Per Francesco

Quest'anno gli auguri te li mando dal mio blog.
Sono vent'anni.
Vent'anni di amicizia. Incredibile eh?
Vediamo...quali sono gli ingredienti che hanno reso la nostra amicizia così longeva?


                                                          
Un bel rametto di rosmarino

Delle patate

Delle lenticchie

Ingredienti semplici, poveri, da studenti squattrinati quali eravamo...ma che piatto delizioso è venuto fuori!!
Da allora le mia lenticchie sono diventate famose, anche se a dire il vero oggi mi pare che non siano più buone come allora...
Sarà che erano condite con tante risate, tanti sogni, tanta giovinezza!
Quando ci siano conosciuti avevo compiuto 18 anni da 2 settimane, chi ti portò al pranzo a casa mia in Vico Bernardini in quel di Macerata?
Non lo ricordo...forse Rita?
Comunque sia andata, da allora il mio soggiorno nella città della nebbia e del freddo polare è stato molto più dolce, con le nostre chiacchierate, gli scherzi, il tè alle 5 tutti i pomeriggi, le scorribande alla Standa per far suonare tutti i pupazzi canterini, i giri ai giardinetti la domenica mattina, il cinema, le cene, Schindler's List visto al cine forum a Giurisprudenza, Eufemia e lo scherzo del finto ammiratore, le marmellate di tua mamma, i tarallucci e i dolcetti con il mosto.
Cosa ho dimenticato?
Se ti viene in mente qualcosa scrivi...intanto...
Tanti Auguri per il nostro anniversario!

martedì 4 dicembre 2012

Fortuna

"Sono un ragazzo fortunato, perchè mi hanno regalato un sogno..."
Le parole della canzone di Jovanotti si sono affacciate oggi sulle mie labbra mentre correvo per casa cercando di sistemare un pò di caos...ed ero felice!
Nonostante parecchie cosette in settimana siano andate storte.
Ma pazienza, niente di irreparabile.
Comunque oggi mi sentivo "un ragazzo fortunato" proprio perchè ho il mio sogno, anzi i miei sogni!
Anche il mio lavoro è il mio sogno: sogno di farlo sempre meglio e di stare sempre meglio insieme ai bambini.
Sono davvero fortunata, perchè i bambini amano sinceramente.
 I bambini sono pieni di risorse, di sorprese...e quando superano il loro maestro...allora sì che è una grande soddisfazione!
A scuola, il periodo prima di Natale  lo adoro: si fanno le canzoncine, i lavoretti, le letterine, i disegnini...e anche io torno un pò bambina.
Che fortuna!
Oggi a scuola mi sono davvero divertita: prime ore a lavorare su un power point (stiamo realizzando un libro di ricette che i genitori riceveranno via mail) , nella nostra aula multimediale antidiluviana su 10 computer solo 3 funzionano, ma mai tutti insieme, perciò è un pò dura organizzare 18 bambini che scrivono a turno.
Ma oggi è andata bene, forse perchè erano un pò sonnecchianti dato il tempo.
Poi in un'altra classe correzione dei testi liberi scritti a casa: che capolavori!
Scrivono davvero bene per avere solo 8 anni! E che disegni!
Veramente, mi stanno superando in bravura, modestia a parte.
Mentre io correggevo i testi a ciascuno, alcuni inventavano un'altra storia, altri scrivevano la lettera ai genitori, altri a Babbo Natale, altri alla maestra, con tutte frasi sdolcinate!
E questa non è fortuna???
Chi vi scrive più lettere piene di cuoricini, disegnini, puffi, gatti, renne e Babbi Natale??


Spero che anche loro si sentano fortunati e magari un domani penseranno a me come a una persona che  ha ispirato i loro sogni !

domenica 25 novembre 2012

Il maialetto no!

E' quasi Natale. Di nuovo!
Come tutti gli expat, anche gli expat in patria come me stanno organizzando il loro Natale.
Genitori vecchietti da visitare, vecchi amici da ritrovare, la vecchia cameretta in cui dormire.
Natale croce e delizia.
Per me da vent'anni è così: appena finita la scuola (o il lavoro), via in treno alla volta di Civitavecchia per imbarcarmi  per Olbia, poi ancora in treno, poi in auto e ... finalmente a casa, a Busachi.

 
Un delizioso paese affacciato sulla Valle del fiume Tirso

 Un viaggio di circa 12 ore, per andare dall'altra parte del Tirreno.
Apposta per noi Sardi l'Italia è il Continente! E noi non ne facciamo granchè parte.
Non ho ancora capito se noi Sardi siamo considerati terroni o no, sicuramente siamo una specie a parte.
Ovunque io sia, sono sempre "una di fuori", a volte me lo dico da sola, a volte sono gli altri a sottolinearlo, anche con una punta di cattiveria.
Per come la vedo io, ognuno è straniero da qualche parte, a volte anche in casa propria.
E io del resto sono molto fiera della mia identità.
Dopo questo girotondo,torniamo al Natale.
Come dicevo, sto organizzando il mio Natale.
Dopo vent'anni finalmente non sarò io a prendere la nave ma lo faranno i miei genitori che verranno finalmente a trovarmi.
Così potrò godermi un pò casa mia, sempre deserta per le feste, e mia mamma finalmente non passerà le feste in cucina, perchè ci penserò io (a metterli a dieta)!
Il primo pensiero che i miei hanno avuto per me, un pensiero pieno di premura e amore ,è stato:
" Vuoi che ti portiamo un maialetto?"

Sì, portatemi un maialetto da compagnia!
Lo adoro!

Ma loro intendevano questo maialetto!


"Su proccheddu orrustiu" per i sardi è come l'haggis per gli Scozzesi, un piatto di identità nazionale.
Ed è squisito, ahimè, sopratutto quando appena cotto viene lasciato riposare in un vassoio tra rami di mirto.
Però, però...
è un bebè...
e non è il caso di essere così crudeli, almeno a Natale!
Anche perchè veramente sto cercando di mangiare carne raramente...non è necessario davvero, per sentirmi a casa, mangiare questo piatto.
 Quindi il mio NO è stato decisissimo. Non l'hanno presa molto bene, sapete, noi Sardi siamo permalosi...e poi, secondo me, conoscendo la mia dieta a base di verdure, hanno paura di un "magro Natale".

Perciò fino al loro arrivo rimarrò con un dubbio amletico: arriveranno o no con un cadavere nascosto in valigia?


venerdì 16 novembre 2012

Testa d'ariete

Sì, mi sento così.
Non è la prima volta che mi succede di dover affrontare delle situazioni o persone che stanno danneggiando gli altri, oltre che me stessa.
Quando avevo 17 anni ho affrontato da sola un gruppo di bulletti che prendevano in giro dei ragazzi francesi in vacanza al paese, perchè avevano l'orecchino.
Alle superiori, se ritenevo immotivato lo sciopero della classe, entravo pure da sola.
Che antipatica, eh?!!
Purtroppo questo è quello che sicuramente pensa la maggior parte delle persone. Pazienza.
Giusto un giorno fa avevo scritto quel post sulle persone che avvelenano i luoghi di lavoro seminando zizzania.
Purtroppo dopo 2 anni di vessazioni ieri ho reagito.
Mi ripetevo nella mente che andare avanti con i propri ideali non significa chiudere gli occhi, girare la testa e subire abusi di potere.
Altro non posso dire sulla questione, se non che naturalmente non so immaginare che risvolti ci saranno ora.
Ho fatto ciò che andava fatto e che altre persone hanno avuto paura di fare.
Odio la compiacenza, l'adulazione, l'ipocrisia.
Stiamo tutti a dirci che in Italia nessuno rispetta le regole, che la corruzione dilaga...e allora? Che cosa fa ognuno di noi per cambiare il sistema?
Ieri, ancora un volta, ho scelto di prendere posizione e tutti i giorni continuerò a mantenerla.
Sarà dura, ma nessuna lotta per la giustizia è stata facile.
Chiunque si sia battuto per affermare dei valori è stato attaccato.
Scelte di vita, appunto.

mercoledì 14 novembre 2012

Scelte di vita

In questi giorni ho letto con molto interesse i post di Cecilia e di Niki, entrambe hanno fatto scelte di vita precise, sane, improntate al rispetto proprio e della vita in generale.

Ieri Niki parlava di quanto si senta fortunata, provando gratitudine per quanto la vita le abbia dato, difficoltà comprese.
Ogni ostacolo è un'occasione di crescita.
Ogni momento della nostra vita è prezioso perchè possiamo creare valore.
Se si parte da questa prospettiva, come si fa a non provare gratitudine?
In questi giorni ho guardato ai miei alunni con aria particolarmente affettuosa.
Ho visto in loro così tante potenzialità, tanti futuri possibili, tante felicità da costruire...
E mi sono detta che io voglio assolutamente essere parte di questo percorso.
Se il mio obiettivo è che il mio insegnamento li aiuti a diventare individui felici...bè, è veramente un onore, per me.
E' veramente un compito serio, importante, entusiasmante.
Mi sento fortunata.
E tanto basta a non farmi sentire la stanchezza.
Non quella del lavoro, che mi piace, ma quella dovuta alle situazioni spiacevoli create da persone che portano al lavoro le loro frustrazioni (senza sapere di averle).
Persone che godono nel mettere il bastone tra le ruote agli altri.
Che rubano ore di lavoro e le passano a chattare su internet, mentre i colleghi lavorano il doppio, il triplo.
Poi, visto che si credono tanto furbi, fanno anche le battute.
Si prendono gioco della responsabilità altrui.
Io mi indigno, ma guardo oltre.
Vedo chiaramente che il danno che possono causare a me è minimo.
  Scegliere di delegare le proprie responsabilità rinunciando a dare il meglio di sè significa rinunciare ad essere felici.
Significa porre delle cause negative nella propria vita.
Già, perchè non si lavora per il proprio capo, per i soldi e basta, ma si lavora per sentirsi creativi, utili, incoraggianti.
E ogni lavoro è prezioso, indispensabile!
In questo momento nel mio posto di lavoro c'è qualcuno che rema contro, io ho deciso di affrontarlo così: sorridendo e dandogli, nonostante tutto, il buon esempio.
Non merita la mia rabbia o la mia rinuncia a portare avanti i miei ideali.

martedì 13 novembre 2012

Trentotto anni di sardità


In questi giorni tanti post sono rimasti  impigliati tra i miei capelli, confusi tra mille idee, sogni, progetti.
E' veramente impegnativo un blog!
Mi dispiace averlo trascurato, ma è andata così: per 12 giorni non ho avuto proprio tempo di scrivere.
Oggi però è il mio compleanno e sono, come sempre, felice di poterlo festeggiare!
Adoro il giorno del mio compleanno, anche se non festeggio in modo particolare...ma è la giornata in cui le persone care si ricordano di me! Persone di mille vite fa.
Passato-presente- futuro.
Il compleanno di oggi l'ho trascorso per la maggior parte del tempo a scuola, ma è stata una bella giornata, io e i bambini abbiamo fatto dei lavori interessanti, ci siamo divertiti.
A casa mi aspettava un marito bloccato per il colpo della strega (che non sono io, ovvio), un po' brontolone a dire la verità, come tutti gli uomini quando stanno male, ma che mi aveva fatto recapitare una torta squisita!
Poi le telefonate di amiche e amici...insomma è stata una giornata piena di piacevoli sorprese.
Trentotto anni di cui 20 lontana da casa, dalla mia terra.
Concedetemi un po' di nostalgia, oggi.
Tina e Il Pan di Zucchero sullo sfondo


Cala Domestica- un sogno cristallino

Oggi il mio pensiero torna più che mai al luogo in cui ho mosso i primi passi.
Sono orgogliosa delle mie radici di sabbia, roccia, terra e rovi.
Pensate, queste immagini di paradiso sono quelle del Sulcis- Iglesiente, la zona più povera d'Italia, in cui le ultime miniere stanno chiudendo.
Terra d'argento.
Terra d'oro, preziosa di uomini fieri e coraggiosi, che sfidano gli inferi pur di lavorare.
Qui sono stati sfruttati giacimenti di preziosi minerali.
Dopo lo sfruttamento, l'abbandono.

 
Nebida (nebbia) - sullo sfondo Il Pan di Zucchero

Poco fa ho visto in TV gli operai che protestavano per la chiusura degli ultimi stabilimenti, la polizia li ha caricati.
 Giovani poliziotti contro i loro stessi padri.
E il pensiero che "qui senza le miniere non abbiamo altro" mi rimbomba nelle orecchie.
Come può essere allo stremo una terra così bella, così straordinaria?
Perchè la soluzione può essere solo e sempre una?
Dedico questo post a tutti i Sardi che non si arrendono!


giovedì 1 novembre 2012

Piccola gita indietro nel tempo

Ieri abbiamo abbimo visitato insieme ai nostri alunni delle classi terze il Museo della Scuola a Castelnuovo di Assisi.
Dentro la Scuola Elementare del paese, al piano superiore, è possibile visitare un'aula arredata come alla fine dell'Ottocento, prima metà del Novecento.
I banchi erano a due-tre posti con sedili annessi, con l'inchiostro  che veniva versato direttamente in un incavo del legno, i pennini, le piccole lavagnette, le cartelle.
La stanza veniva scaldata da una stufa di terracotta e tutti i bambini contribuivano al suo mantenimento, portando da casa della legna.
Le cartine mi hanno colpito in maniera particolare: L'Italia dopo la pace di Lodi, I territori conquistati dall' Italia in Africa, queste non le avevo mai viste.
Poi i libri: di lettura, di grammatica, tutti così poetici, con titoli così "rasserenanti" (per me però inquietanti, davano un'immagine del mondo  a mio avviso falsata), immagini di alberi in fiore, farfalline, uccellini. Dal punto di vista artistico erano piccole opere d'arte!
Poi libri di epoca fascista: poveri ragazzi, che letture! Che pregiudizi!
I sussidi didattici però erano sicuramente più di quelli che abbiamo oggi nelle aule: il pallottoliere gigante, le forme geometriche componibili, vari tipi di "proiettori" ante litteram.
Oggi ce le sogniamo queste cose.
Insomma, c'era tanto da conservare di quel vecchio modo di fare scuola.
Sono rimasta incantata davanti ai quadernetti con gli esercizi di " bella calligrafia".
Oggi nelle nostre classi abbiamo tanti bambini disgrafici che  a stento scrivono lo stampato maiuscolo, a quei tempi che fine facevano? All'angolo con le orecchie d'asino? In questo campo sicuramente abbiamo fatto dei progressi enormi.
Non erano rose e fiori per chi era poco dotato, per chi era povero, per chi andava a scuola senza neanche un cappottino.
Ma la cosa per cui provo nostalgia è quel rispetto per le cose, per i materiali propri ed altrui, quella tranquillità con cui si lavorava.
I tanti bei lavori scolastici che magari coinvolgevano i genitori, attività che erano strettamente legate alla vita reale e nelle quali i bambini mettevano impegno.
Vorrei non ci fosse, oggi, più bisogno di dire: basta, fermo, buono, zitto, ecc.
Vorrei non dover sempre vedere i bambini che sgusciano sulle sedie come anguille, vorrei poterli portare fuori a fare attività più creative, come si faceva prima (la mia maestra il pomeriggio ci portava  a casa sua per osservare il suo giardino!).
Pensavamo di essere arrivati chissà dove...invece ieri, tornata a casa, pensando alla scuola di oggi, ho percepito in maniera netta quanto siamo rimasti fermi, forse siamo addirittura un pò indietreggiati: prima di tutto nell'educazione dei bambini, e non dipende solo degli insegnanti!
Ognuno si prenda le proprie responsabilità, per favore!

mercoledì 31 ottobre 2012

Con la Sardegna nel cuore

Mentre l'autunno si veste d'inverno io percorro il mio viaggio a ritroso,
mi sciolgo nell'acqua e mi faccio mare.
Divento onda che si infrange a ovest.
Mi diverto tra i flutti, pesce e sirena, nuoto per ritrovare il mio approdo sicuro.
Gli isolani che hanno lasciato la loro terra sono esseri particolari.


Il maestrale è la mia musica.
Ma non è la sola.
I Sardi sanno essere molto silenziosi, poco inclini a confessarsi ma sempre con una poesia o una canzone sulle labbra.
Voglio dedicare a chi mi segue una canzone simbolo della mia terra, una canzone d'amore.



Il cantante Andrea Parodi, voce dei Tazenda, non è più tra noi.
Questo video è stata una delle sue ultime apparizioni.
Lo so, è malinconico, ma la sua voce pura è così bella, così leggera.
Spero vi piaccia.

domenica 28 ottobre 2012

Peccati e miracoli

 Venerdì ho scelto di essere leggera, leggerissima....
Io e una mia amica abbiamo preso il treno alla volta di Roma, sveglia alle 5.30 eccitate come per una gita scolastica, in testa sogni...molto materiali.
Siamo naturalmente approdate in Piazza di Spagna pronte a fare tanto shopping visivo nei migliori negozi.

Abbiamo iniziato alla grande con una colazione al
che
 ci è costata particamente come una cena in pizzeria, ma quando ne abbiamo varcato la soglia eravamo ignare del costo di un caffè.
E' stato uno schiaffo al minimalismo, ma eravamo partite con l'intenzione di peccare...
Ho osservato donne bellissime con i titoli nobiliari scolpiti sul volto non più giovane, altre snelle ed eleganti come fenicoteri, che si muovevano leggiadre tra antichi dipinti, perfettamente a proprio agio.
Voli pindarici per pochi attimi di vita.

Poi c'è stata l'incursione da Tiffany, adoro quelle scatoline color verde acqua elegantemente infiocchettate di bianco!
Poi via alla voltadelle borse....sì, materialismo puro. Bassi istinti.
Poi, c'è stata la redenzione.
E' tradizione, se si gironzola da quelle parti e si ha un minimo di fede, fare una capatina alla Chiesa di Santa Maria in Via ( o Madonna del Pozzo) dove sgorga ancora un' acqua miracolosa.
Per me si tratta di ricordare la gita dell'ultimo anno di magistrali, quando le prof. ci portarono lì per prendere quest'acqua benefica per superare gli esami e tovare l'anima gemella.
Diciamo che nel mio caso funzionò solo per gli esami.
Comunque, la mia amica voleva andarci e l'ho assecondata.

Tutti abbiamo bisogno di un miracolo.
Persone compite si avvicinavano al rubinetto santo per riempire piccoli bicchierini, rispettosamente.
Il primo miaracolo è credere nei miracoli.
Poi arriva una signora, apre il rubinetto, lo lascia aperto come se stesse a casa sua, inizia a riempire una bottiglia, poi un'altra, un'altra ancora, ancora una, poi un'altra e basta.
Il rubinetto sempre aperto.
Una bella scorta d'acqua santa da portarsi a casa.
Ma non soddisfatta, riapre il rubinetto, riempie uin bicchierino. Rubinetto aperto. Sorseggia, riempie ancora, sorseggia, riempie ancora.
Mia gitavo sulla sedia.
Finalmente paga, butta il bicchierino e con aria contrita esce.
Io la guardavo e mi sentivo molto Mafalda quando inizia a fare i predicozzi.

 Poi mi sono chiesta: di quale miracolo avrà avuto bisogno la signora, tale da richiedere quell'ingente quantità d'acqua?
Non sarà mica che con tutto quello sciupìo d'acqua avrà peccato a tal punto da azzerare il diritto al miracolo?



martedì 23 ottobre 2012

Passaggi


In questi giorni non ho molto tempo di scrivere, i giorni sono come un cane che si morde la coda, sono un battito d'ali, un fru-fru nell'aria.
Passano e basta.
Densi come il preparato della zuppa di ceci che ho usato per fare la frittata, naturalmente zuppa era e zuppa è rimasta: l'ho spalmata sul pane. Never mind!

Pensa e ripensa mi trovo a fare i conti con un altro anniversario: sono 20 anni che ho lasciato casa mia in Sardegna!
Dico, ci pensate? Venti anni!
Ero quasi maggiorenne.

Questo video mi ricorda quegli anni, quegli amori, quei mille sogni che mi hanno accompagnato in quel lungo viaggio  che ha dato il via alle mie peregrinazioni zingaresche!
Una saluto speciale alle mie amiche che mi sono sempre state vicino!





mercoledì 17 ottobre 2012

Elogio della lentezza

Chi va piano, va sano e va lontano.
Proverbio. Luogo comune per lumaconi e tartarugoni sempre in ritardo. Palliativo mentale per pigri incancreniti.
No. E' molto di più.
Da piccola mi definivo pigra, o forse i miei genitori me lo hanno fatto credere, solo perchè non amavo correre ed arrampicarmi sugli alberi come i miei due fratelli-caprette. Se si facevano scampagnate in campagna, per boschi e dirupi, ero costretta mio malgrado a starmene indietro da sola, paralizzata dalla paura di cadere, inciampare, graffiarmi le gambe.
La mia infanzia è stata tutta vissuta all'aria aperta, in un paesino circondato da colline, si andava in vigna, all'oliveto, a cogliere funghi, asparagi...ma io non sono mai stata atletica. Sempre goffa, impacciata.
Mi sentivo più topo di città che di campagna.
Poi, per fortuna, il brutto anatroccolo è cresciuto. Certo, cigno non sono, ma almeno ora ho capito che io non sono mai stata pigra! Mai, neanche un attimo! Non ho mai oziato. E finalmente non ho più sensi di colpa!
Ma tutto questo l'ho capito quando ho iniziato a soffrire di vari disturbi.
Allora, e solo allora, ho veramente ascoltato il mio corpo.
Lenti progressi nel guardarmi da una nuova prospettiva.
Sono così diversa da come pensavo di essere! E ancora sono in fase di cambiamento.
Ma cogliamo l'attimo...ora, da ora in poi voglio andare piano.
Basta arrancare dietro al Tempo che se ne va beffardo.
Basta cercare di tenere il peso del mondo sulle spalle.
Basta fare ciò che devo e mai ciò che mi fa star bene.


Oggi a lavoro non mi sono fermata un attimo, sto sviluppando con i bambini delle idee veramente interessanti. Dopo 5 ore no stop le parole si intrecciano in bocca, escono in disordine oppure giocano a nascondino con la memoria. La mia gola implora pietà.
Ma una volta a casa ho staccato la spina.
Pranzo vegano al 100% e ho raggiunto il sole che ancora era alla finestra.
Una bella passeggiata con i miei pensieri di persona, non solo di maestra.
Che bello, faccio progressi.
Vado piano. 
Vado piano non perchè sono pigra ma perchè il mio viaggio è molto lungo e non voglio perdermi neanche un particolare!