domenica 26 ottobre 2014

La mia marcia per la pace

E' un post in ritardo di una settimana, questo.
Ho lavorato sodo per riuscire ad avere il fine settimana libero da impegni scolastici per cui non sono riuscita a scriverlo prima.
Ebbene, la scorsa domenica ho realizzato un piccolo sogno: ho partecipato alla marcia per la pace ad Assisi.
Mi sono unita ad un piccolo gruppo di Spoleto che aveva noleggiato un pulmino fino ad Assisi, dove ci siamo uniti al resto del corteo che arrivava da Perugia, creando un lungo serpentone che arrivava dalla chiesa di S.Maria degli Angeli fino alla Rocca che domina la città dall'alto.
Il sole splendeva spietato, io mi sentivo felice come una Pasqua perchè quella era la mia giornata.
Dopo poche centinaia di metri il mio gruppo ha deciso di fermarsi già per il pranzo, per cui ho proseguito come un fulmine da sola, diretta alla Basilica, seguendo il flusso colorato di persone di ogni parte del mondo.
Tantissimi giovani, anche bambini, formavano un fiume di energia contagiosa che mi ha fatto sorridere per tutto il giorno. La meglio gioventù, anche di spirito, era lì.
Dopo i primi chilometri i pantaloni mi si erano appiccicati addosso come una guaina anticellulite, sudavo da morire, finchè ho riparato in un bar per un gelato dissetante e per liberarmi della canottiera.
In piazza della Basilica sono riuscita a passare a fatica, per quanta gente c'era; ho ammirato la piana sottostante, la colline, i campi arati, l'orizzonte azzurro, gli ulivi dalle foglie lucenti. Tutto risplendeva, quella natura amica tanto cara a Francesco incorniciava la speranza di migliaia e migliaia di persone che credono nella vita. E anche una semplice marcia può dare un segnale.
Una volta arrivata alla Rocca mi sono rifocillata allo stand degli agricoltori: bruschetta all'olio, succo di frutta, parmigiano e acqua.
Mi sentivo al settimo cielo, in compagnia di me stessa.
Mi sono sdraiata sull'erba fino alle prime note della canzone "Imagine", cantata da un ragazzo dalla voce portentosa che si esibiva da un palco.
A quel punto mi sono seduta sotto al palco per cantare a squarciagola, mentre lo spiazzo si riempiva piano piano.
Che bella sensazione di gioventù!
E non è mancata l'occasione di imbattersi in tipi strani, ognuno sembrava libero di dire la sua.
Ho assaporato attimi di assoluta perfezione, poi è iniziata la marcia al contrario, per tornare al pulmino, ricongiungendomi al mio gruppo.
A quel punto la città era sul punto di esplodere: uscite ed entrate in tilt, i vicoli erano diventati strade a senso unico, ancora arrivava gente.



Per me è stato anche un modo per andare un po' più vicino ai miei quarant'anni
(manca poco ormai) facendo pace con me stessa in un abbraccio che accoglie ogni parte di me, vizi e virtù; un modo di dirmi e ricordarmi che la vita che vivo è proprio come l'ho disegnata io e che sono davvero felice.

5 commenti:

  1. Che post meraviglioso! Un abbraccio! Caterina www.imieioutfit.blogspot.com

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  2. San Francesco devo dire che ha cambiato la mia vita, entrandoci zitto zitto, e da lui ho imparato il minimalismo, la semplicità, il silenzio. Ci aggiorniamo via whatsapp nei prossimi giorni! ;-)

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  3. E' un personaggio straordinario, quest'anno in classe ne parleremo studiando la sua figura nell'arte di Benozzo Gozzoli.
    Ci sentiamo presto!

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  4. Ciao Tina,
    ho letto un po' in ritardo il tuo post, ma è stato come un sorso di acqua fresca!
    Hai ragione quando dici che questa energia è contagiosa;per fortuna ci sono queste realtà a bilanciare il disastro che abbiamo intorno:-)
    Fata C
    Post commento: mi farà molto piacere se ti unirai ai lettori del mio Schiaccianoci, sempre che faccia piacere a te!

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