mercoledì 17 giugno 2015

Sì, ce la faccio

Sembrava che non dovesse più finire questo anno scolastico, tra ripicche, critiche, delusioni, amarezza, il mio corpo che ha reclamato riposo senza che io lo abbia ascoltato, i bambini che negli ultimi giorni erano più difficili da gestire, man mano che io stessa perdevo energie e mordente.

Le Prove Invalsi, da tutti temute e criticate, sono state solo una gocciolina nell'oceano di cose che mi hanno messo in crisi in questi mesi.
L'ultimo giorno di scuola i miei alunni di quinta sono stati accolti all'uscita da una pioggia di coriandoli, le foto tutti insieme, la commozione, i bigliettini che ci hanno scritto, i loro visi che mai scorderò, non è mancato proprio nulla. L'ultima  settimana ci ha visto coinvolti nella gare finale di scacchi, il saggio di hip hop, due cene di classe, la conclusione di altri progetti. E' proprio finita, ma so che li rivedrò ed è bello sapere che saranno dei ragazzi in gamba e un po' sarà anche merito mio.

Ora stiamo già organizzando le attività per le classi prime: cartelloni di accoglienza  e cose varie.
 Ieri abbiamo formato le due nuove classi.
In tutto questo però io ho avuto anche il tempo di guardarmi dentro e ritrovare la voglia di prendere in mano i pennelli, con la scusa di realizzare dei regalini per la Giornata Internazionale delle Donne della Soka Gakkai, il 7 giugno. Ho realizzato dei segnalibro con dei fiori di loto che sono stati molto apprezzati e io ho riprovato la gioia di passare un pomeriggio a dipingere, senza pensare ad altro.

Poi c'è stato il ponte del 2 Giugno a Busachi, per festeggiare i 100 anni del mio amato "zio" (padre della mia madrina di battesimo), ometto sardo doc, arzillissimo, che con la moglie di 95 anni ha appena festeggiato pure 70 anni di matrimonio, è sopravvissuto alla prigionia in Albania e al tifo e non potevo proprio mancare.
Ho rivisto tante persone, ritrovato parenti e pure una mia compagna di classe della prima elementare.
Tre giorni, mille emozioni. Il suono della fisarmonica e m io padre che mi ha riscritto l'albero genealogico affinchè non mi dimentichi mai da dove e da chi vengo. Entrambi i nonni di mio padre suonavano le Launeddas (antico strumento a fiato sardo), ed erano gli unici nel paese. Ora capisco il genio musicale di mio fratello e di vari nipoti.
Com'è lontana quella vita da questa, ma come è meravigliosamente fusa in me.
Tutto mi ricorda che la lode ed il biasimo non intaccano la mia anima, o meglio, non permetto che la intacchino. Sorridere e credere, nonostante tutto, non permettere alla negatività altrui di contagiarmi.
So chi sono, come voglio cambiare. So che non mi tirerò indietro di fronte alle nuove sfide.
Guardo oltre, costantemente, ripulisco e trasformo il veleno in medicina.
Ogni ostacolo è solo un'altra occasione per attingere all'infinito potenziale che troppo spesso dimentico di avere.
Ho davvero imparato tanto in questi mesi, e posso dire che mi sento più forte e determinata di prima.
Ora conto i giorni che mancano per una breve pausa in Trentino e poi il viaggio studio a Dublino.
La vita è davvero meravigliosa.