giovedì 27 agosto 2015

In attesa

Sono arrivata in aeroporto con ben 4 ore di anticipo! Niente panico: ho fatto shopping. Una bella borsa lucida blu elettrico, davvero economica e materiali carini peri pargoli di classe prima. Da Feltrinelli ho trovato cose stupende. Ho preso dei kit per origami edelle cards da colorare.
Fremono i preparativi per il nuovo anno scolastico, e dopo le mille disavventure dello scorso anno questo deve essere l'anno della riscossa.
Sono stata impegnata i un restyling dell'ingresso della scuola, commissionatomi dalla Preside. Ho detto sì perchè mi ha chiesto di scrivete con una vernice rosso Ferrari la frase di Malala su una vecchia vernice lungo le scale.
Non so quante gradiranno, ma il mio segno ora e' per sempre i quella scuola.Come un megatatuaggio.
Io sono contenta perchè è stato divettente farlo.
Vi posterò le foto al rientro dal mio breve trip in Sardegna, ecco, tra poco inizia l'imbarco.
Se to già il sapore dei ravioli di ricotta di mia mamma, i malloreddus e le varie carni. Che fame!
A presto!

sabato 22 agosto 2015

Ai bambini piace il mare?

Voi avete mai notato che i bambini italiani sono più irrequieti dei loro coetanei stranieri?
Ciò si nota molto prima che arrivino alla scuola elementare.
Ora che mi trovo al mare mi sto dilettando a ficcanasare nel menage di diverse famiglie con pargoli al seguito. Già a colazione la giornata inizia con pianti e "No" decisi. Molti bambini sono piccolini, 1 o 2 anni e sicuramente non sanno parlare. Comunicano in modo alternativo...ahimè sopratutto con grugniti, urla disumane e penetranti.
La scena si ripete nella sala ristorante a colazione, poi in spuaggia, poi ancora a cena.
Mi chiedo cosa ci sia che li irrita tanto: il cibo? La troppa vicinanza con genitori e fratellini? Il cibo diverso? La sabbia sotto i piedini?
Forse ai bambini proprio non piace il mare, mi dico.Eppure i genitori sono solleciti a dar loro ciò che chiedono, ma questi niente, sempre più ingestibili.
La cosa che più mi colpisce è che pochissime coppie parlano tra loro, cioè poche mogli con i rispettivi mariti, e viceversa. Allira mi spiego perchè anche i piccoli non parlino. Coppie mute. Figli stizziti. Per ora mi pare una costante. Ho ancora un giorno per studiare la situazione, poi metterò a digiuno i miei poveri timpani!

domenica 16 agosto 2015

Let it be

Arriva un momento in cui la pancia ti parla forte e chiaro: non puoi non sentirla.
E quando senti, devi pure "ascoltare".
Quando il vento del nord smette di soffiare, e l'afa mi schiaccia di nuovo verso il suolo ,allora sento distintamente che è davvero il momento di lasciar andare qualcosa, mollare un po' di zavorra dalla mia nave.
"I'm the captain", solo io posso decidere.
Insomma, dopo una vita passata a fare la "brava bambina, ragazza, studentessa, insegnante" ho capito che davvero ora voglio cambiare rotta, sarò sempre brava, ma mi cimenterò nella difficile arte del rendere felice me stessa.
Perchè è davvero difficile rendersi felici quando per educazione si è stati abituati a pensare prima ad essere graditi agli altri che a se stessi.
Ogni rivoluzione inizia con un passo, quello che ho appena fatto è stato esporre alla preside le mie problematiche di salute ( benedetta tiroide che mi fa fermare per forza) e farmi sollevare dall'incarico di vicepreside (per pochi spiccioli in più a fine anno non vale la pena continuare a mettere a repentaglio il mio fisico con situazioni che non riesco emotivamente più a gestire).
Ci sono progetti migliori nella mia testa e mi serve del tempo, anche il tempo di non fare nulla e sentirmi bene lo stesso.
L'anno scolastico che si è chiuso è stato illuminante, forse in negativo, perchè stavo diventando proprio quella che non voglio essere, risucchiata da un sistema disumano che trita insegnanti e alunni per farne una poltiglia umana che col tempo non serve più a nulla.
Mi è bastato riprendere in mano il libro di Paolo Crepet, "La gioia di educare", per avere un'ulteriore conferma che il nostro sistema scolastico non è per niente adatto ai bambini.
Troppa competizione, e questa storia dei voti è terribile per questi bimbetti che già a cinque/sei anni devono essere "marchiati" con un numero.
Lo so che è sbagliato, ma è legge, non posso non farlo.
La situazione schizofrenica per me sta nel fatto che "so" cosa dovrei fare, ma non posso farlo perchè non ho gli strumenti nè il ruolo per stravolgere tutto.
Ma lungi da me l'idea di "adattarmi pedissequamente al sistema", per cui d'ora in poi metterò in atto una nuova forma di resistenza.
Per continuare a credere nel mio mestiere devo farlo diventare missione, e per percepirlo come tale devo investirlo di un grande valore , deve diventare il mio grande sogno. Perciò, ora più che mai, devo sognare io per prima, altrimenti come faccio a far sognare i miei alunni?
Ci sono tante cose allettanti che farò per far entrare aria fresca nella mia vita, nuove persone, nuove attività creative, nuovi viaggi.
Per ora ho fatto il primo passo. Ho scelto e ho voltato pagina.