domenica 16 agosto 2015

Let it be

Arriva un momento in cui la pancia ti parla forte e chiaro: non puoi non sentirla.
E quando senti, devi pure "ascoltare".
Quando il vento del nord smette di soffiare, e l'afa mi schiaccia di nuovo verso il suolo ,allora sento distintamente che è davvero il momento di lasciar andare qualcosa, mollare un po' di zavorra dalla mia nave.
"I'm the captain", solo io posso decidere.
Insomma, dopo una vita passata a fare la "brava bambina, ragazza, studentessa, insegnante" ho capito che davvero ora voglio cambiare rotta, sarò sempre brava, ma mi cimenterò nella difficile arte del rendere felice me stessa.
Perchè è davvero difficile rendersi felici quando per educazione si è stati abituati a pensare prima ad essere graditi agli altri che a se stessi.
Ogni rivoluzione inizia con un passo, quello che ho appena fatto è stato esporre alla preside le mie problematiche di salute ( benedetta tiroide che mi fa fermare per forza) e farmi sollevare dall'incarico di vicepreside (per pochi spiccioli in più a fine anno non vale la pena continuare a mettere a repentaglio il mio fisico con situazioni che non riesco emotivamente più a gestire).
Ci sono progetti migliori nella mia testa e mi serve del tempo, anche il tempo di non fare nulla e sentirmi bene lo stesso.
L'anno scolastico che si è chiuso è stato illuminante, forse in negativo, perchè stavo diventando proprio quella che non voglio essere, risucchiata da un sistema disumano che trita insegnanti e alunni per farne una poltiglia umana che col tempo non serve più a nulla.
Mi è bastato riprendere in mano il libro di Paolo Crepet, "La gioia di educare", per avere un'ulteriore conferma che il nostro sistema scolastico non è per niente adatto ai bambini.
Troppa competizione, e questa storia dei voti è terribile per questi bimbetti che già a cinque/sei anni devono essere "marchiati" con un numero.
Lo so che è sbagliato, ma è legge, non posso non farlo.
La situazione schizofrenica per me sta nel fatto che "so" cosa dovrei fare, ma non posso farlo perchè non ho gli strumenti nè il ruolo per stravolgere tutto.
Ma lungi da me l'idea di "adattarmi pedissequamente al sistema", per cui d'ora in poi metterò in atto una nuova forma di resistenza.
Per continuare a credere nel mio mestiere devo farlo diventare missione, e per percepirlo come tale devo investirlo di un grande valore , deve diventare il mio grande sogno. Perciò, ora più che mai, devo sognare io per prima, altrimenti come faccio a far sognare i miei alunni?
Ci sono tante cose allettanti che farò per far entrare aria fresca nella mia vita, nuove persone, nuove attività creative, nuovi viaggi.
Per ora ho fatto il primo passo. Ho scelto e ho voltato pagina.

5 commenti:

  1. Non te ne pentirai mai. Neanche per un nano secondo. Questa scelta l'ho fatta lo scorso anno, ho collaborato gratis con la collaboratrice del preside, che in pratica è la nostra vicepreside, ma ti assicuro che il fatto di poter dire di no o collaborare solo perché mi andava di farlo e non dovevo rendere conto a nessuno è stato bellissimo. Per quanto riguarda Crepet, ha ragione in pieno. Vorrei una scuola diversa, ma non so se avrò la fortuna di vederlo. Buon proseguimento in questi ultimi scampoli di vacanze!

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    1. Grazie, questa scelta mi è costata in orgoglio...ma anche io so che è quella vincente. Ti terrò aggiornata!

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  2. Dai, dai, vedai che ritroverai un giusto equilibrio e renderai anche meglio sul lavoro, concentrandoti su ciò che davvero ti piace ... io spero proprio di fare lo stesso!

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  3. Io sostengo sempre le scelte per i cambiamenti radicali. In bocca al lupo, ti auguro di riuscire a fare quello che vuoi :)

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