lunedì 30 novembre 2015

Barcellona a sorpresa

Due settimane fa sono stata per tre giorni a Barcellona per un corso di aggiornamento.
Non era mai stata tra le mie destinazioni, perchè nel mio immaginario "troppo simile" a casa, alla mia Sardegna, che ha ben leggibili i segni della dominazione spagnola.
In parte è vero, Barcellona dall'aereo era molto molto familiare, vederla a colpo d'occhio mi riporta subito a Cagliari, con tutta la sua splendida luce.
Il catalano a cui rispondo in italiano o in sardo, indistintamente.
Ma poi, Barcellona è Barcellona e sei all'estero.
Io nelle ampie vie e piazze a cercare il mare all'orizzonte.
Pezzi di medioevo e di modernità, colore e serietà austera, gomito a gomito.
La gente che riempie i tavolini fuori dai locali.
Io seduta ad assaporare un pranzo da sola, tapas e vino, i raggi del sole sulle labbra, la vita semplice che in fondo vorrei. L'allegria nell'aria, senza un motivo speciale, solo per rendere omaggio alla vita.
Il chiasso piacevole nelle Ramblas, l'orizzonte che brulica di vita oltre, altrove.
Ho immaginato una possibile vita lì, senza i freddi inverni, la malinconia, la solitudine tipici dell'Umbria.
Ho percepito un luogo in cui ciascuno può semplicemente "essere", senza aver bisogno di abiti costosi, auto di lusso, troppi fronzoli.
Come sarà davvero vivere lì?
Vorrei tornarci, per sorprendermi di nuovo.

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