mercoledì 9 settembre 2015

Il tempo di realizzare

Nei giorni trascorsi in Sardegna ho fatto una lunga chiacchierata con la mia amica del cuore:abbiamo parlato degli "effetti" dell'educazione ricevuta in famiglia.
Un'educazione maschilista, prima di tutto.Ma non sono stati tanto i padri ad inculcarcela, quanto le madri.
Ci hanno insegnato ad essere brave ragazze, studentesse eccellenti, grandi lavoratrici, pronte all'abnegazione.Esseri perfetti.
Ci hanno anche trasmesso (per fortuna) l'importanza di essere indipendenti economicamente, proprio loro che non lo sono state. Proprio loro che hanno per una vita potuto contare solo su quanto elargito dai mariti. Ma ci hanno anche trasmesso, secondo noi, la paura di essere felici, la convinzione che ciò che facciamo non basta mai e che siamo sempre in debito verso di loro.
Ci sono anche donne della mia età che vivono la stessa situazione, e magari alcune non sono neanche sposate ma "devono" sposarsi, perchè a vent'anni non hanno pensato a trovarsi un lavoro...e ora come fanno?

Guardo il volto di mia madre segnato dalla fatica di una vita spesa per la famiglia e vorrei alleggerirla di tanti pesi. Ma non posso.
Ci sono abitudini profondamente radicate nella sua cultura e io non posso incidere.
Il suo dolore è stato il mio e a volte lo è ancora, alimentando un demone interiore che mi fa sentire piccola ed indifesa, incapace di essere ciò che sono.
Ma chi sono? Possibile che sia così difficile capirlo?
Possibile che a furia di accontentare gli altri ci si dimentichi di cosa avremmo voluto fare ed essere davvero?
Sì, a me è successo.
Poi è arrivato il daimoku a spazzare via la polvere nei miei cassetti e ora frammenti di sogni e desideri riappaiono dal buio. Il cammino per riemergere è appena iniziato.

Quella paura di non riuscire che mi attanaglia la gola, di tanto in tanto, quando meno me l'aspetto. Quel sentirmi inferiore e incapace.
"Questa è una grave offesa alla tua vita e alla tua natura di Budda", mi è stato detto.
E io mi sono offesa molte volte, dunque.

Da qualche parte dovevo ripartire, perciò l'altro pomeriggio sono andata a Roma, in Accademia. Voglio ricreare un legame con l'arte e mi sembrava giusto tornare lì dove l'avevo abbandonata.
La distanza non mi faciliterà nel seguire dei corsi, ma non mi arrendo.
Già la sola passeggiata per Piazza del Popolo e Via di Ripetta mi ha suggerito nuove immagini di vita.
E' tempo di realizzare,ora!

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