lunedì 11 gennaio 2016

Un nuovo anno

Le vacanze di Natale sono iniziate tra attacchi di panico e mille cose da fare (i primi dovuti alle seconde), con il bel pacco sorpresa di mia suocera con un braccio rotto, il destro, tanto per gradire.
Dopo il Natale qui, sono volata dai miei, a sorbettarmi problemi vecchi e nuovi, per fortuna quattro giorni sono volati. In compenso lì ho dormito tantissimo, ne avevo bisogno.
La cosa più irritante sono state le continue domande da inquisizione delle solite zieddas, donne di una certa età le quali mi incalzavano con domande sul mio avere o non avere figli. Perchè non li hai? Non ne vuoi? Egoista. Non puoi averne? Poverina.
Uno strazio.
Una addirittura mi ha chiesto a bruciapelo: "Sei incinta?".
Forse mi ha visto ingrassata? Bo. D'ora in poi credo darò risposte taglienti.
Nessuno che ti chieda se sei felice ed in buona salute.
Questa sovrastima della maternità l'ho sempre odiata. Dispongo dei miei ovuli come meglio credo e non voglio dovermi giustificare. Perchè proprio le donne hanno questa ossessione?
Capirei più un uomo...mah.

Finalmente il 1 Gennaio (dopo un faticoso ultimo dell'anno) siamo partiti per il mio adorato Sud Tirol.
Breve tappa a Trento, giusto il tempo di visitare i mercatini, ammirare piazza Duomo illuminata e magnifica, il cielo terso alpino e gustare una fetta di torta Linz che non dimenticherò facilmente.
Poi alla volta di Penia di Canazei.
Di nuovo quel mondo che venti anni fa mi ha visto debuttare come cameriera, stesso albergo per anni, e lì sono tornata per rilassarmi.
Albergo Monika, consiglio a tutti di andarci perchè il cuore di Monika e Renato è grande e generoso, mi hanno sempre trattato con affetto e hanno contribuito a rendermi quella che sono.
La Val di Fassa è cambiata in questi anni, ma il fascino rimane.
Ho rivisto le foto ieri sera e appaio davvero felice.
Mi fa lo stesso effetto della Scozia: balsamo per l'anima e per il corpo.
L'aria frizzante e l'odore della neve, il calore delle stube.
Il naso che pizzica, la bocca che fuma, il corpo che si scalda con salite verso le baite.
Autenticità, questo trovo tra i monti.
E stavolta nel candore di un pomeriggio ho ritrovato un caro amico che non vedevo da ben 18 anni. Caro Francesco, ci sarebbe ben altro da scrivere di te e lo farò.
Poi ancora ho assaporato semplicità, realtà, la storia del popolo ladino che già secoli fa era all'avanguardia, l'allegria della gente e la sua sapienza su come vanno le cose davvero.
Per resistere a climi rigidi non si può improvvisare.
La mia sensazione nella realtà in cui vivo tutti i giorni e che tutto sia artefatto, il saper fare si sta perdendo velocissimamente, sostituito da un'informatizzazione che sta disumanizzando tutto. In primis la scuola, ma questo sarà un altro post.

Per ora auguro un Buon Nuovo Anno a tutti!