Ieri abbiamo abbimo visitato insieme ai nostri alunni delle classi terze il
Museo della Scuola a Castelnuovo di Assisi.
Dentro la Scuola Elementare del paese, al piano superiore, è possibile visitare un'aula arredata come alla fine dell'Ottocento, prima metà del Novecento.
I banchi erano a due-tre posti con sedili annessi, con l'inchiostro che veniva versato direttamente in un incavo del legno, i pennini, le piccole lavagnette, le cartelle.
La stanza veniva scaldata da una stufa di terracotta e tutti i bambini contribuivano al suo mantenimento, portando da casa della legna.
Le cartine mi hanno colpito in maniera particolare: L'Italia dopo la pace di Lodi, I territori conquistati dall' Italia in Africa, queste non le avevo mai viste.
Poi i libri: di lettura, di grammatica, tutti così poetici, con titoli così "rasserenanti" (per me però inquietanti, davano un'immagine del mondo a mio avviso falsata), immagini di alberi in fiore, farfalline, uccellini. Dal punto di vista artistico erano piccole opere d'arte!
Poi libri di epoca fascista: poveri ragazzi, che letture! Che pregiudizi!
I sussidi didattici però erano sicuramente più di quelli che abbiamo oggi nelle aule: il pallottoliere gigante, le forme geometriche componibili, vari tipi di "proiettori" ante litteram.
Oggi ce le sogniamo queste cose.
Insomma, c'era tanto da conservare di quel vecchio modo di fare scuola.
Sono rimasta incantata davanti ai quadernetti con gli esercizi di " bella calligrafia".
Oggi nelle nostre classi abbiamo tanti bambini disgrafici che a stento scrivono lo stampato maiuscolo, a quei tempi che fine facevano? All'angolo con le orecchie d'asino? In questo campo sicuramente abbiamo fatto dei progressi enormi.
Non erano rose e fiori per chi era poco dotato, per chi era povero, per chi andava a scuola senza neanche un cappottino.
Ma la cosa per cui provo nostalgia è quel rispetto per le cose, per i materiali propri ed altrui, quella tranquillità con cui si lavorava.
I tanti bei lavori scolastici che magari coinvolgevano i genitori, attività che erano strettamente legate alla vita reale e nelle quali i bambini mettevano impegno.
Vorrei non ci fosse, oggi, più bisogno di dire: basta, fermo, buono, zitto, ecc.
Vorrei non dover sempre vedere i bambini che sgusciano sulle sedie come anguille, vorrei poterli portare fuori a fare attività più creative, come si faceva prima (la mia maestra il pomeriggio ci portava a casa sua per osservare il suo giardino!).
Pensavamo di essere arrivati chissà dove...invece ieri, tornata a casa, pensando alla scuola di oggi, ho percepito in maniera netta quanto siamo rimasti fermi, forse siamo addirittura un pò indietreggiati: prima di tutto nell'educazione dei bambini, e non dipende solo degli insegnanti!
Ognuno si prenda le proprie responsabilità, per favore!