mercoledì 25 marzo 2015

Andar via

Questo grigio implacabile mi fa chiudere in me stessa come una chiocciola.
Un the caldo mi scalderebbe anche il cuore, ma sono troppo pigra per prepararlo.
Aprirò dunque il mio ombrello e uscirò di casa comunque, in barba alla pioggia e all'umidità che mi fa ammuffire le idee...ma non del tutto!
Due mesi fa vi avevo detto di dover prendere una decisione...e l'ho presa: non sosterrò il concorso per Dirigente Scolastico che dovrebbe essere bandito tra poco.
Mi allettava l'idea, mi sembrava una bella sfida, ma pensandoci a fondo ho capito che non me ne frega niente.
Non è quello che voglio e odio le scartoffie e la burocrazia, non sono per niente diplomatica e troppo emotiva...non reggerei lo stress!
Prepararsi sarebbe arduo ma non impossibile, ma significherebbe spostarmi per fare il corso chissà dove e chissà con quali sacrifici, togliendo tempo ad attività più piacevoli .
Essere Dirigente mi aiuterebbe a stare meglio economicamente, ma a quale prezzo? La mia tiroide mi aveva avvisato a Gennaio: fermati o sei perduta.
Lascio andare, guardo oltre.
E in questo vasto, immenso oltre c'è quello che davvero vorrei fare: insegnare all'estero o comunque tornare a vivere all'estero, fosse solo per un paio di mesi.
Torna il mio sogno originario. Come fare a realizzarlo?
Potrei prendermi un periodo di aspettativa e provare ad andare all'estero per vedere che si può fare?
Se non potessi insegnare, che farei? Sicuramente mi dedicherei alla mia passione per la cucina...
Sono tentata, sento che tutto il mio corpo e la mia mente stanno prendendo la rincorsa...ma non so ancora se riuscirò, all'ultimo, a saltare.

domenica 22 marzo 2015

Serve un cambiamento profondo

Le cose che mi impegnano, ultimamente, hanno tutte a che fare con aspetti importanti della mia vita, e di quella altrui.
Tocco con mano i danni prodotti dallo scollamento tra le persone, la competizione vile, il chiudersi nel proprio piccolo io, lasciando fuori gli altri, ed il mondo.
Una bambina in un tema ha scritto che grazie ai libri riesce a provare gioia e a liberarsi dalle angosce e i problemi che le buttano addosso gli adulti.
Quanto ha ragione! Che mondo folle abbiamo costruito!
Per quanto mi riguarda, le uniche novità del mese di Marzo sono state riprendere l'allenamento all'aria aperta, e intraprendere nuove amicizie, tutto il resto è scuola, a volte noiosamente e inesorabilmente.
Per qualche giorno avevo fantasticato su un viaggio alle isole Eolie, avevo anche prenotato un albergo, ma purtroppo la dura realtà è che quest'anno l'economia familiare è in deficit e non ci si può permettere ciò che senza problemi potevamo fare fino all'anno scorso. Vacanza alle Eolie sfumata, vedremo di trovare una meta meno esosa.
Mentre si tenta di far quadrare i conti quando un marito non riceve uno stipendio da un anno, si affronta la vita come viene, giorno per giorno...e io ogni giorno trovo comunque qualche bella novità.
La settimana scorsa ho conosciuto un ragazzo molto simpatico col quale ho condiviso subito la mia pratica buddista ed il mio interesse per l'arte.
Ho ritrovato la mia migliore amica dei tempi in cui frequentavo l'Accademia di Macerata, Stefy.
Spero di rivederla prestissimo.
A scuola la Dirigente ha proposto un percorso di auto formazione sulla musica ed una collega diplomata al Conservatorio ci sta insegnando a suonare il flauto. Nonostante i borbottii e la forte opposizione dei più, io  mi sono divertita tantissimo.
Per non parlare del nostro corso di ballo Cha Cha Cha ogni venerdì all'ora di ginnastica. Mi sono cimentata anche io e dopo varie ripetizioni da parte delle bambine (bravissime), pure io che sono di legno, ce l'ho fatta.
C'è sempre un buon motivo per essere "dreamy".
Comunque, l'altro giorno mi sono fermata a riflettere sul fatto che noi insegnanti spieghiamo ai bambini che esistono i Diritti dell'uomo, i Diritti del Fanciullo, I diritti degli animali, le varie Carte, Costituzioni, Dichiarazioni Universali...però all'atto pratico, pare che tutti questi diritti valgano per tutti tranne che per le loro insegnanti.
Perchè un insegnante non ha diritto ad avere 15 minuti di pausa a metà mattinata per riprendere il fiato?
Perchè si lascia che gli insegnanti arrivino all'esasperazione, accumulando frustrazione?
Perchè chiunque può entrare a scuola e dettare legge, calpestando la libertà d'insegnamento?
Perchè l'insegnante non viene rispettato dai genitori che si permettono di umiliarlo davanti agli allievi, spesso con blitz nelle classi e sfuriate in cortile all'uscita di scuola?
Perchè questa categoria di lavoratori deve sempre prendere lezioni da tutti, specialmente da chi non capisce niente di scuola?
Perchè ci viene continuamente chiesto e mai dato?

Io penso che serva una Carta dei Diritti degli Insegnanti, e tutti gli utenti dovrebbero conoscerla e rispettarla.
Siamo persone anche noi.
Ho deciso di scriverne una, che suggerimenti mi date?

domenica 15 marzo 2015

Da entrambe le parti

Il mese scorso ho visto un film molto toccante :"Il giardino dei limoni"; raccontava la storia di una vedova che si guadagnava da vivere grazie alla vendita dei limoni del suo giardino, che curava amorevolmente con l'aiuto di un anziano contadino.
La storia è ambientata nei territori palestinesi nei quali un giorno gli Israeliani hanno costruito quel lungo muro divisorio della vergogna.
Purtroppo il limoneto della signora si trovava al confine con la proprietà di un politico israeliano che ordinò l'abbattimento di tutti gli alberi per evitare che dei cecchini si nascondessero tra le fronde (possibilità remota).
E così da un giorno all'altro, il limoneto venne espropriato  e la donna non potè più entrarvi. Gli alberi iniziarono a morire, a seccarsi, al suolo c'erano tanti limoni che lei vedeva marcire, e si sentiva sempre più disperata e impotente, purtroppo stava dalla parte sbagliata del mondo.
Trovò un giovane avvocato che accettò di intentare una causa contro lo Stato addirittura e questa fu vinta, ma con beffa: gli alberi non dovevano essere abbattuti, ma "potati". Furono ridotti  a monconi inutilizzabili. Fine della questione.
La donna perse tutto, compresa la sua storia personale, custodita tra quegli alberi che erano appartenuti a suo nonno. Però la sicurezza del politico era stata garantita.
Poi ho visto un altro film di cui non ricordo il nome. La storia parlava di due ragazzi che erano stati scambiati poco dopo la nascita: il figlio di una coppia palestinese era stato dato per sbaglio ad una coppia israeliana, e viceversa.
Vivevano  a Gerusalemme. Non ricordo il come si scopra la cosa, ma da quel momento per le due famiglie è iniziato un percorso obbligato per andarsi incontro, anche fisicamente, oltre i pregiudizi e oltre il check point controllato dai militari.
I palestinesi non hanno l'accesso al mare. All'improvviso ne sono stati privati.
I due ragazzi iniziavano così a frequentare le rispettive famiglie biologiche scoprendosi incredibilmente simili, i due fratelli diventano amici e cercando di trovare un senso a quella società assurda in cui sembrava che uno dovesse essere nemico dell'altro.
Devono superare molti pregiudizi, ma alla fine l'amore delle mamme riesce a riunire queste due famiglie dilaniate da sentimenti contrastanti, si scoprono tutti persone, uomini con i medesimi sogni, desideri, bisogni.
Venerdì ho visto il film-documentario "Io sto con la sposa", in cui di nuovo il confine tra giusto e sbagliato, legale e illegale, era sottile. Il film ha tre registi: uno italiano, uno palestinese ed uno siriano.
Filmano una cosa che davvero hanno fatto: hanno accompagnato dei profughi palestinesi della Siria (clandestini) attraverso i confini di Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, Danimarca e infine Svezia.
Si mettono tutti in marcia con una coppia di sposi, come se fosse un corteo nuziale, cercando di evitare la polizia altrimenti sarebbero andati tutti in prigione. Aiutare dei clandestini è reato e può essere punito in Italia con 15 anni di carcere.
I palestinesi sono apolidi. Ho pensato che debba proprio essere terribile non avere una cittadinanza e di conseguenza non poter viaggiare, non poter mai lasciare il proprio Paese, se non con l'aiuto dei trafficanti di persone.
E' un film denuncia che dà voce a quelli che sembrano essere sempre i nemici. E invece magari sono anche loro vittime di un sistema che nega loro i fondamentali diritti umani.
La tv tutti i giorni ci abitua a vedere le persone sbagliate sempre dalla stessa parte e noi chissà perchè siamo sempre dalla parte giusta.
Io sto con le persone e con i loro diritti, non più con gli stati. Come i protagonisti della storia, anche io sogno un mondo senza frontiere, nel quale i criminali però abbiano la punizione che meritano, ma i giusti possano vivere serenamente nel luogo che più si avvicina al colore della loro anima.
Che civiltà è la nostra se arbitrariamente decidiamo che un popolo piuttosto che un altro debba vivere ( o morire) in una certa terra, con certi diritti mentre ad altri vengono ancora negati?
A cosa serve la diplomazia se le armi continuano  a dividere le persone?
Sono sincera: mi fa un certo effetto sapere che la popolazione ebraica che è stata offesa, ghettizzata, uccisa, cacciata, riservi lo stesso trattamento ad altri esseri umani.
E quel muro...l'immagine di quel muro grigio che separa...come ci si può sentire al sicuro se dall'altra parte le persone sono profondamente infelici?
Mi auguro di assistere alla demolizione di quest'altro muro, così come è stato per quello di Berlino!
Power to the people!