venerdì 18 settembre 2015

Prima settimana di scuola

L'attesa è stata lunga:immaginarli, sognarli, pensare di fare delle cose insieme,cercare le parole da dire, pensare a cosa indossare per il primo incontro.
E' una sorta di gestazione, lasciare che i propri alunni, dopo cinque anni insieme,prendano il volo e altri prendano il loro posto.
E questi piccolini tanto attesi sono arrivati!
Che carini e che dolci! Siamo tutte entusiaste ed il lavoro è intenso ma fruttuoso.
Dopo anni di piccoli barbari incontrati qua e là, ecco dei bimbi perlomeno educati, qualcuno addirittura i primi giorni ci chiamava con un bel "signora maestra".
Alcuni sono buffissimi, piccoli nanerottoli con gli occhi che ridono, altri timidissimi che piano piano escono dal guscio.
Le quasi sei ore trascorse a scuola per i primi tre giorni sono sembrate interminabili, nonostante i giochi in giardino e i vari disegnini e canzoncine.
Oggi decisamente meglio, più abituati e meno assonnati.
Nessuno piagnucola, giusto il primo giorno tutti i genitori in classe per l'accoglienza di rito, poi ognuno ha badato a se stesso, già pionieri della vita.
E' incredibile quante cose possa imparare un bambino in poco tempo, e che orgoglio essere partecipi di questa crescita incredibile.

Dopo tutte le frustrazioni dell'anno scorso.
Dopo che la mamma di un ex-alunno, la scorsa settimana, mi ha importunato in un supermercato, urlandomi in faccia che i voti assegnati al figlio non erano giusti (tra l'altro davvero alti).
Vigliacca. Perchè non è andata a contestarli nella sede opportuna?
Vigliacchi pure i genitori che insultano le insegnanti su facebook. Vergognatevi, non siete degni di avere dei figli.

La gentil signora è stata rimessa al suo posto con molto garbo, da me.
E ieri un'altra gentildonna ha avuto una tagliente risposta che la zittirà per sempre.
Vita nuova: via i rami secchi.
Basta dipendere dal giudizio di chi non capisce niente di scuola, di chi non sa neanche la differenza d'uso di un "succinta" e "concisa".
Andate ad insegnare il mestiere ai postini, alle parrucchiere, ai banchieri e perchè no? Pure ai politici?
Perchè si deve pensare che proprio le insegnanti non sappiano fare il loro lavoro?

Non sono neppure degne della mia rabbia, certe persone.
Mi sento rinata, una persona nuova e vado avanti a passo sicuro!
W LA SCUOLA!

mercoledì 9 settembre 2015

Il tempo di realizzare

Nei giorni trascorsi in Sardegna ho fatto una lunga chiacchierata con la mia amica del cuore:abbiamo parlato degli "effetti" dell'educazione ricevuta in famiglia.
Un'educazione maschilista, prima di tutto.Ma non sono stati tanto i padri ad inculcarcela, quanto le madri.
Ci hanno insegnato ad essere brave ragazze, studentesse eccellenti, grandi lavoratrici, pronte all'abnegazione.Esseri perfetti.
Ci hanno anche trasmesso (per fortuna) l'importanza di essere indipendenti economicamente, proprio loro che non lo sono state. Proprio loro che hanno per una vita potuto contare solo su quanto elargito dai mariti. Ma ci hanno anche trasmesso, secondo noi, la paura di essere felici, la convinzione che ciò che facciamo non basta mai e che siamo sempre in debito verso di loro.
Ci sono anche donne della mia età che vivono la stessa situazione, e magari alcune non sono neanche sposate ma "devono" sposarsi, perchè a vent'anni non hanno pensato a trovarsi un lavoro...e ora come fanno?

Guardo il volto di mia madre segnato dalla fatica di una vita spesa per la famiglia e vorrei alleggerirla di tanti pesi. Ma non posso.
Ci sono abitudini profondamente radicate nella sua cultura e io non posso incidere.
Il suo dolore è stato il mio e a volte lo è ancora, alimentando un demone interiore che mi fa sentire piccola ed indifesa, incapace di essere ciò che sono.
Ma chi sono? Possibile che sia così difficile capirlo?
Possibile che a furia di accontentare gli altri ci si dimentichi di cosa avremmo voluto fare ed essere davvero?
Sì, a me è successo.
Poi è arrivato il daimoku a spazzare via la polvere nei miei cassetti e ora frammenti di sogni e desideri riappaiono dal buio. Il cammino per riemergere è appena iniziato.

Quella paura di non riuscire che mi attanaglia la gola, di tanto in tanto, quando meno me l'aspetto. Quel sentirmi inferiore e incapace.
"Questa è una grave offesa alla tua vita e alla tua natura di Budda", mi è stato detto.
E io mi sono offesa molte volte, dunque.

Da qualche parte dovevo ripartire, perciò l'altro pomeriggio sono andata a Roma, in Accademia. Voglio ricreare un legame con l'arte e mi sembrava giusto tornare lì dove l'avevo abbandonata.
La distanza non mi faciliterà nel seguire dei corsi, ma non mi arrendo.
Già la sola passeggiata per Piazza del Popolo e Via di Ripetta mi ha suggerito nuove immagini di vita.
E' tempo di realizzare,ora!

domenica 6 settembre 2015

Nessuno sta aiutando l'Africa

Non credo affatto che gli italiani siano razzisti, salvo casi sporadici.
Negli ultimi anni piuttosto vedo una popolazione adulta sempre più indebolita e rassegnata, ma ancora pronta a tendere una mano.

Quello che sta succedendo in Europa è allarmante e i politici non vogliono intervenire.
Io non cado nel tranello del sentimi razzista solo perchè non sono d'accordo con questa invasione incontrollata di persone delle quali non sappiamo niente.

Mi sento abbastanza paziente da sopportare di vedere i miei genitori sempre più anziani che devono ancora provvedere ai miei fratelli disoccupati; mi sento responsabile per loro e cerco di aiutarli perchè so che allo Stato non interessa nulla.
Poi all'improvviso, in un paese di mille anime arrivano questi ragazzi giovani ai quali viene fornito un bellissimo I phone e del denaro per le spese di tutti i giorni.
A nessun italiano si forniscono questi beni, e qualcuno ne avrebbe bisogno.

Provo orrore per l'inganno nel quale sono cadute queste persone, so cosa significa lasciare la propria terra e sentirsi sradicati, in un non-luogo in cui non ci sono più i punti di riferimento.
Mi immedesimo in chi fugge da una guerra causata proprio dall'Occidente, provo l'angoscia di chi cerca di salire su un treno ma non può, oppure di chi forse si accorge che il luogo in cui è approdato non è accogliente come ci si aspettava.
Bisogna intervenire per supportare chi ha avuto il coraggio di fuggire dalla guerra per cercare una vita più dignitosa.

Noi accogliamo, diamo acqua, cibo e un tetto. Dopo?
Cosa daremo a queste persone dopo? Una persona ha delle esigenze che vanno ben oltre la soddisfazione dei propri bisogni fondamentali.

La questione religiosa è la prima che si affaccia nella mia mente e penso a come gli uomini musulmani guardano e giudicano noi donne occidentali.
Come sarà possibile preservare la nostra identità? Chi ci proteggerà?

Dopo l'accoglienza, come intendono intervenire i politici in merito a questioni tipo i matrimoni tra consanguinei, l'infibulazione, la poligamia, la libertà d'istruzione per le donne, la parità dei diritti ecc? C'è qualcuno che sta spiegando a queste migliaia di uomini che dovranno vivere nel rispetto delle nostre leggi? Oppure saremo noi costretti a rinunciare e regredire per non innescare violenze?
E come reagiranno tutte queste persone, in prevalenza uomini, che non sono assolutamente preparati a questo shock culturale?
Svuotare un continente privandolo della sua gioventù riporterà l'Africa agli anni della deportazione degli schiavi in America...
E in Europa saranno davvero trattati da esseri umani o diventeranno di nuovo schiavi?

Perchè non si parla più di pace, soluzione ai conflitti e perchè non si agisce per fermare la guerra e dare alle persone l'opportunità di crescere laddove sono nate, rendendo migliore il loro Paese?
Che tristezza questo enorme stato paneuropeo, miscuglio di estranei forzatamente uniti nella disgrazia, senza scelta, senza opportunità, governato solo dalla logica del denaro, dove i politici sono al sicuro nei loro palazzi e la gente è costretta ad una promiscuità e contiguità esplosiva.
E che tristezza vedere gli ideali di un'Africa unita, che finalmente riesce ad utilizzare le proprie ricchezze e risorse per i propri cittadini, abbandonati definitivamente.

C'è qualcuno che pensa davvero all'Africa, che la ama e intende salvarla o piuttosto questo continente deve essere svuotato per un motivo ben preciso?