sabato 23 febbraio 2013

Decadenza



Ieri sono stata a Roma con Louise, la nostra assistente Comenius.
Era la prima volta per lei, l'ennesima per me.
Quando sono con lei mi pare di vedere il mondo con nuovi occhi, che strano effetto.
Il nostro giro in città è iniziato da Piazza S.Pietro.
Sarà che non ci andavo da tanto tempo a S. Pietro, sarà che me la ricordavo così maestosa, imponente da togliere il fiato...sì, mi sembrava proprio il posto giusto per una prima istantanea di Roma.


Sono rimasta delusa. Io. Chissà lei. Apparentemente ha apprezzato.
Io invece ho trovato una piazza senza quel romanticismo e quel fascino di un tempo. Mi sembrava più piccola di un tempo.
Che brutta bestia l'abitudine, il dare le cose per scontate., il voler provare per forza forti emozioni.
Sarà che lo spazio è meno fruibile, tra lavori in corso, transenne, impalcature.

Per entrare nella Basilica c'era una fila circolare lungo tutto il perimetro della piazza. 
 Pochissima gente in fila ma non si capiva dove questa iniziasse.
(Che brutte quelle transenne verdoline!)
Abbiamo desistito dal metterci in coda.
Da lì, percorrendo via della Concilizazione, Il ponte Vittorio Emanuele, il Lungotevere, varie stradine a caso, eccoci in Piazza Navona.

Grazie ad un bell'acquazzone era sgombra da bancarelle e cianfrusaglie.

                                                       

 Abbiamo percorso poi Corso Rinascimento, visitato la chiesa di Sant' Andrea della Valle, poi la chiesa del Gesù, poi eccoci in Piazza Venezia e in Via dei Fori Imperiali.
Lì il mio sgomento è cresciuto. Sono passati secoli dai miei studi in storia dell'Arte, dallo studio della storia in generale...e io purtroppo non ho una gran memoria nozionistica, per cui non mi ricordavo niente di tutti questi resti della MIA storia!! Che ignorante sono!
Per fortuna che il mio telefonino con internet mi è venuto in soccorso!
La Colonna Traiana ha potuto essere nominata!
La cosa che mi ha lasciato di stucco era che all'interno dei Fori non c'era nessuno, sembravano completamente abbandonati, nessun pannello esplicativo.
 Nessuna visita guidata. Nessuna scolaresca vociante.
Deserto.

                              

Pochi metri dopo ecco l'Ufficio Informazioni Turistische, entro animata da un rinnovato interesse per la storia, per recuperare in qualche modo il tempo perduto.
Chiedo a due giovani signorine dove sia l'ingresso e la biglietteria per i Fori...loro mi guardano stupite: " Non ha visto la biglietteria??? Ma è proprio lì a destra, c'è la fila!!". Ma quale fila, ho pensato, non c'è un cane!
Comunque ho detto che avrei voluto prenotare una visita guidata (tanto da sola non ci capirei niente) e ho chiesto un depliant...le regazze si sono guardate ancora più stupite per questa richiesta.
Nessun depliant, niente di niente.
Gentilmente hanno fatto una ricerca su Google e mi hanno stampato una pagina con gli orari di apertura dei Fori e del Colosseo.
Questo all'Ufficio Informazioni nella Capitale d'Italia, nel cuore della Città Eterna.
Un patrimonio dal valore inestimabile, sconosciuto anche a noi Italiani, sempre distratti da altre futilità.

Comunque siamo arrivate al Colosseo e lì c'era un pò di gente. Ma comunque non la folla di un tempo.
Sarà che a Roma ci sono andata per la prima volta in gita l'anno della maturità!
Sarà che avevo delle prof. veramente preparate, che sapevano il nome di ogni monumento e la sua storia.
Sarà che Roma era la prima vera città che vedevo, mi fece tutto un altro effeto, insomma stavolta ho avuto l'impressione di trovarmi in un paesone, non in una capitale Europea.

Due linee di metropolitana e i lavori in corso da 20 anni, le strade un pò sconnesse, gli edifici abbandonati, molte chiese chiuse e i chiostri invasi da erbacce  mi hanno lasciato un senso di decadenza infinito.

Roma è Roma, è veramente bella. Ma  forse è più bello il ricordo, di Roma. Il ricordo dei fasti che furono. L'idea di un grande popolo che ha conquistato terre lontane lasciando ovunque i segni del proprio passaggio.
Una grande civilità che, per diversi motivi, infine è andata incontro al declino.

E questo declino, ahimè, è ancora palpabile!!
Insomma sono tornata a casa un pò perplessa, chiedendomi che cosa effettivamente il nostro Paese offra a chi viene da lontano per visitarlo.
Se dovesse sparire anche il romanticismo che il nostro Paese ispira, che cosa rimarrà?
Ci siamo cullati all'idea di essere il Bel Paese, e mentre nelle altre capitali d'Europa inaugurano nuovi e moderni edifici, in Italia neanche ci siamo resi conto che lo smalto di un tempo l'abbiamo veramente perso!
Rimbocchiamoci le maniche, allora!
Una cosa è certa: è tempo che mi rimetta a studiare la storia!
A presto, Roma.


                                  


martedì 19 febbraio 2013

Ancora su di me


Marina di Bosa - Costa Occidentale della Sardegna
  
In questi giorni di malattia sono stata tanto tanto tanto tempo da sola.
E' un bene stare da soli quando si sta male. Non mi piace farmi vedere con i capelli arruffati e il viso cadaverico, senza difese.
In qualche modo ho comunque dovuto ingannare il tempo.
Ho immaginato. Ho ricordato. Ho pianto. Ho desiderato.
Non è mancato un pizzico di nostalgia.
Ho sentito gli effluvi della mia terra che mi hanno raggiunto nonostante il naso chiuso, ho percorso in volo vallate e pascoli, boschi e dune.
Ho sentito l'odore della primavera nelle gemme degli alberi. L'immaginazione è potentissima e io adoro poter tornare ai luoghi in cui sono cresciuta ognivolta che ne ho voglia.
Quando mi serve per ricordarmi chi sono. Da dove vengo e dove sto andando.
Essere isolani rende diversi per sempre.
La Sardegna è molto più di un'isola. E' un continente.
Lo si capisce subito, appena si sbarca a terra e ci si accorge che quest'isola ha mille volti da mostrare, è mille luoghi insieme, mai scontata, mai ripetitiva.
Fuggite dalla Costa smeralda, dimenticatevi il Billionaire e le mega barche...quella non è Sardegna.


Rocce basaltiche a Bosa Marina
Impronte sulla spiaggia di quarzo
Riru mi chiedeva un pò di foto...eccoti accontentata! Mi inviti a nozze quando mi chiedi di parlare della Sardegna.
Is Aruttas d'inverno

Sabbia dorata a Torre dei Corsari

Sistema dunare africano, in Sardegna
Colori e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi, quando Sardegna era Shardana e i popoli venuti da Oriente diedero origine a una splendida civiltà.

Voglio salutarvi con questa splendida Ninna Nanna in sardo, cantata dai tenori del Coro Polifonico di Busachi

Ci sono ancora!

Dopo 10 giorni di influenza, barricata in casa con la febbre alta e una tosse indiavolata...eccomi qui per farvi sapere che non sono sparita.
Impazzisco se non torno immadiatamente alla mia vita.
In questi giorni i vostri blog mi hanno tenuto compagnia. Per fortuna il mio telefonino mi ha permesso di leggere i vari post e di commentare, ma non sono riuscita a postare nulla sul mio blog.
Mi rifarò nelle prossime ore!

venerdì 8 febbraio 2013

Tutto (o quasi) su di me


Per rispondere all'invito di Personne 151...ecco le mie undici risposte!
Cosa ti piace di più dell'avere uno spazio virtuale (il blog, appunto)?
Mi piace che persone che la pensano come me possano contattarmi per scambiarci delle idee.
La cosa che mi piace di più è senza dubbio ricevere i commenti e sapere che ciò che dico interessa a qualcuno!
Cosa ti piace leggere negli altri blog?
Tutto! E' curioso sapere come gli altri vivono, avere informazioni su luoghi e culture diverese, leggere di avventure buffe... se però nei blog non c'è un po' di riflessione, mi stanco e non lo leggo più.
Se fossi un animale, sarei...
Sicuramente un felino! O un gatto o una tigre. Posso fare le fusa ma sfoderare degli artigli davvero affilati!
Libro/i preferito/i
Adoro leggere e ci sono tanti libri che mi hanno tenuto compagnia...per cui ne amo tanti allo stesso modo: " Cent'anni di solitudine" di Marquez, " Canne al vento" di Grazia Deledda, " Se questo è un uomo" di Primo Levi, " Tutto il miele è finito" di Carlo Levi, " Narciso e Boccadoro" di Herman Hesse, tutti i libri di Marguerit Duras e Simone de Beauvoir.
Da qualche tempo seguo una scrittrice sarda molto talentuosa: Michela Murgia, vi consiglio di leggere " Ave Mary".
Tre cose che porteresti con me su un'isola deserta
Il mio Gohonzon, il libretto per fare gongyo e un coltello.
Ragione o sentimento? 
Entrambi. Con equilibrio.
Se avessi una macchina del tempo, andrei...
Sicuramente farei quel viaggio in Croazia con le mie amiche, al quale ho rinunciato un bel po' di anni fa per stare con il mio ragazzo che, dopo pochissimo, mi ha piantato!
Quella volta ho pianto perchè...
Qualcuno ha avvelenato il mio gatto Polpetta, che era un amore!!!
Cambierei qualcosa di me (e, eventualmente, cosa?)
No, non cambierei niente. Nel bene e nel male, tutto ciò che sono e come sono mi serve per andare avanti, ha un suo perchè di essere.
Vinci un biglietto open per una destinazione a tua scelta: dove vai?
In Scozia!! Senza pensarci due volte.
La persona/personaggio (del passato, contemporaneo, del futuro, reale o immaginario che sia) che vorrei incontrare per prenderci un thè e fare due chiacchiere.
Vorrei rivedere tutti i miei compagni di corso dell' Accademia di Belle Arti di Macerata, anni 1992-1996.
E poi vorrei rivedere Nico, un carissimo amico che non vedo da secoli...spero che mi legga, almeno!

mercoledì 6 febbraio 2013

Senza titolo

 Che la mia vita sia come un'opera d'arte astratta o concettuale...
che sia piena di colori e di linee inaspettate...
che mi sorprenda ogni mattina.
In fondo deve essere quello che ho sempre voluto, visto che è quello che ho.
E si sa, i nostri pensieri, anche se inconsci, orientano le nostre azioni.
"Se vuoi capire il tuo presente, guarda le cause che hai posto nel passato. Se vuoi sapere come sarà il tuo futuro, guarda le cause che stai ponendo nel presente."
Queste parole di Nichiren Daishonin guidano le mie riflessioni del momento.

Che titolo dare quindi ad un post in cui non parlo di qualcosa in particolare?
 Lascio che sia un post senza titolo.
Ma un post scritto col cuore, per salutare chi mi segue e chi mi incoraggia!
Grazie Personne151 per la tua citazione!
E' un periodo di sfide quotidiane, di lotte dilanianti tra bene e male.
E' bello mettersi alla prova e scoprirsi più forti.
Essere più consapevoli e saggi, più pazienti.
E' bello anche imparare a dare una seconda possibilità a chi mi ha ferito, riconoscere la preziosità dell'identità di ciascuno.
Piano piano, giorno dopo giorno, avanzo nella "mia rivoluzione umana".
Per ora il premio è quando alla fine dell'ultima ora i bambini mi circondano per quello che chiamano
" un abbraccio family".