domenica 3 marzo 2013

Mistificazioni e ovvietà

Oggi avevo in mente un altro post, ma è da ieri sera che al telegiornale viene propinata un'allarmante notizia che, secondo i giornalisti che la divulgano, dovrebbe essere una prova schiacciante della terribile crisi che stiamo vivendo (e su questo bisognerà tornarci).
La notizia inizia così : " Solo pasta a pranzo", ( che potrebbe essere un consiglio medico o una semplice sana abitudine), o " Gli Italiani non mangiano più un pasto completo", ( che bello, finalmente le donne italiane si sono ribellate!), " A pranzo gli Italiani mangiano fuori casa e mai un pasto completo" ( ci credo, se hai 30 minuti di pausa pranzo come fai a rimpinzarti di cibo?).
Con questi allarmanti incipit qualcuno vorrebbe farci credere che gli Italiani sono a rischio denutrizione?
( Con tutte le trippe che girano!!)
Oppure, ancora peggio, il/la giornalista di turno vorrebbe fare ironia?
E come se non bastasse, ecco pronti i consigli degli esperti su come mangiare senza spendere tanto.
Qualcuno ha scoperto che è meglio consumare la frutta e la verdura di stagione, qualcuno invece suggerisce di mangiare il minestrone, oppure la carne bianca, oppure di non comprare i cibi pronti...
Ma dico, possibile che la nostra intelligenza debba essere offesa in questo modo?
Perchè i giornalisti dicono cose così banali????
Ma veramente c'è ancora chi non sa come nutrirsi in modo naturale senza spendere una fortuna?
Siamo Italiani, dove sono finite le nostre tradizioni e la nostra storia?
In fondo l'economia non molto tempo fa era basata sull'agricoltura, l'allevamento, la pesca...il territorio era salvaguardato, curato, pulito, i cibi erano sani...
A volte non so se sono io che sono un alieno o se ci sia un'intenzione ben precisa di far credere che la realtà sia in un modo piuttosto che in un altro.

Io ho 38 anni, mia mamma 65 anni e mio padre 72.
I loro racconti di vita quotidiana durante la loro gioventù mettono in luce una vita e un'alimentazione frugale, basata prevalentemente sul baratto: chi allevava gli animali scambiava carne e formaggio con chi magari coltivava il grano e altri cereali, o i legumi.
Si mangiava il cibo nelle giuste quantità, tante zuppe, il pane fatto in casa, raramente la carne rossa o bianca, e i dolci solo per le  feste.
( Comunque, per fortuna, dalle mie parti in Sardegna, ancora si usa scambiarsi prodotti alimentari)
Per non parlare dei racconti dei miei nonni, mi ricordo ogni loro gesto e il profondo rispetto per il cibo guadagnato con fatica.
Mio nonno coltivava il grano e produceva olio d'oliva dai suoi uliveti.
A casa, nel cortile, c'era a quel tempo l'opportunità di allevare le galline e, ancora prima, addirittura il maiale!
Mi ricordo la colazione che mio nonno usava prepararci : latte e caffè con il pane abbrustolito sulla brace del focolare.
Altro che merendine del Mulino Bianco!
Il pane non si buttava mai, se era un po' duro c'erano due o tre modi per consumarlo, con due ricette semplici semplici di cui ancora ricordo il sapore...se proprio un pezzettino era davvero diventato di pietra, ricordo che mia nonna lo baciava e lo benediceva, prima di darlo comunque alle galline o a qualche vicino di casa che allevava gli onnivori suini.
Mi sento molto fortunata ad aver avuto un esempio così prezioso e di valore.

 Sono contenta, oggi, che finalmente dobbiamo di nuovo fare i conti con l'insana abitudine allo spreco del cibo, al mangiare in maniera smodata, consumando cibi industriali costosi e poco nutrienti, solo grassi.
Sono ancora più contenta che di nuovo si rivolga lo sguardo all'orticello abbandonato, ai poderi dei nonni prima guardati col naso storto...
E poi...basta con questa storia che tutti i giorni a pranzo e a cena bisogna cucinare per due ore e poi stare a tavola per un'altra ora...meglio mangiare un piatto unico, dei cibi semplici e poi farsi una bella passeggiata!
E' arrivato il momento di rinnovare il nostro essere italiani!

3 commenti:

  1. Essere italiani ed essere umani, non tritatutto in cui si può buttare qualsiasi tipo di mondezza alimentare!

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  2. Mi trovi pienamente d'accordo!! E speriamo che la 'scusa' della crisi distolga i più ad avere un atteggiamento più responsabile verso il cibo. Per me che adoro cucinare (e all'estero lo consideravo un modo per mantenere viva la tradizione di casa) è abominevole che la gente vada avanti a orridi cibi precotti e inscatolati e con la scusa del tempo si rifiuti di cucinare o anche solo di imparare a farlo. Non ci vuole una laurea, nè tantomeno due giorni di fatica, per farsi un sano minestrone di verdure o un piatto di pasta.

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  3. Qui c'erA anche un commento di Niki, che ho maldestramente cancellato nel tentativo di pubblicarlo usando il cellulare!

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