Oggi avevo in mente un altro post, ma è da ieri sera che al telegiornale viene propinata un'allarmante notizia che, secondo i giornalisti che la divulgano, dovrebbe essere una prova schiacciante della terribile crisi che stiamo vivendo (e su questo bisognerà tornarci).
La notizia inizia così : " Solo pasta a pranzo", ( che potrebbe essere un consiglio medico o una semplice sana abitudine), o " Gli Italiani non mangiano più un pasto completo", ( che bello, finalmente le donne italiane si sono ribellate!), " A pranzo gli Italiani mangiano fuori casa e mai un pasto completo" ( ci credo, se hai 30 minuti di pausa pranzo come fai a rimpinzarti di cibo?).
Con questi allarmanti incipit qualcuno vorrebbe farci credere che gli Italiani sono a rischio denutrizione?
( Con tutte le trippe che girano!!)
Oppure, ancora peggio, il/la giornalista di turno vorrebbe fare ironia?
E come se non bastasse, ecco pronti i consigli degli esperti su come mangiare senza spendere tanto.
Qualcuno ha scoperto che è meglio consumare la frutta e la verdura di stagione, qualcuno invece suggerisce di mangiare il minestrone, oppure la carne bianca, oppure di non comprare i cibi pronti...
Ma dico, possibile che la nostra intelligenza debba essere offesa in questo modo?
Perchè i giornalisti dicono cose così banali????
Ma veramente c'è ancora chi non sa come nutrirsi in modo naturale senza spendere una fortuna?
Siamo Italiani, dove sono finite le nostre tradizioni e la nostra storia?
In fondo l'economia non molto tempo fa era basata sull'agricoltura, l'allevamento, la pesca...il territorio era salvaguardato, curato, pulito, i cibi erano sani...
A volte non so se sono io che sono un alieno o se ci sia un'intenzione ben precisa di far credere che la realtà sia in un modo piuttosto che in un altro.
Io ho 38 anni, mia mamma 65 anni e mio padre 72.
I loro racconti di vita quotidiana durante la loro gioventù mettono in luce una vita e un'alimentazione frugale, basata prevalentemente sul baratto: chi allevava gli animali scambiava carne e formaggio con chi magari coltivava il grano e altri cereali, o i legumi.
Si mangiava il cibo nelle giuste quantità, tante zuppe, il pane fatto in casa, raramente la carne rossa o bianca, e i dolci solo per le feste.
( Comunque, per fortuna, dalle mie parti in Sardegna, ancora si usa scambiarsi prodotti alimentari)
Per non parlare dei racconti dei miei nonni, mi ricordo ogni loro gesto e il profondo rispetto per il cibo guadagnato con fatica.
Mio nonno coltivava il grano e produceva olio d'oliva dai suoi uliveti.
A casa, nel cortile, c'era a quel tempo l'opportunità di allevare le galline e, ancora prima, addirittura il maiale!
Mi ricordo la colazione che mio nonno usava prepararci : latte e caffè con il pane abbrustolito sulla brace del focolare.
Altro che merendine del Mulino Bianco!
Il pane non si buttava mai, se era un po' duro c'erano due o tre modi per consumarlo, con due ricette semplici semplici di cui ancora ricordo il sapore...se proprio un pezzettino era davvero diventato di pietra, ricordo che mia nonna lo baciava e lo benediceva, prima di darlo comunque alle galline o a qualche vicino di casa che allevava gli onnivori suini.
Mi sento molto fortunata ad aver avuto un esempio così prezioso e di valore.
Sono contenta, oggi, che finalmente dobbiamo di nuovo fare i conti con l'insana abitudine allo spreco del cibo, al mangiare in maniera smodata, consumando cibi industriali costosi e poco nutrienti, solo grassi.
Sono ancora più contenta che di nuovo si rivolga lo sguardo all'orticello abbandonato, ai poderi dei nonni prima guardati col naso storto...
E poi...basta con questa storia che tutti i giorni a pranzo e a cena bisogna cucinare per due ore e poi stare a tavola per un'altra ora...meglio mangiare un piatto unico, dei cibi semplici e poi farsi una bella passeggiata!
E' arrivato il momento di rinnovare il nostro essere italiani!
Essere italiani ed essere umani, non tritatutto in cui si può buttare qualsiasi tipo di mondezza alimentare!
RispondiEliminaMi trovi pienamente d'accordo!! E speriamo che la 'scusa' della crisi distolga i più ad avere un atteggiamento più responsabile verso il cibo. Per me che adoro cucinare (e all'estero lo consideravo un modo per mantenere viva la tradizione di casa) è abominevole che la gente vada avanti a orridi cibi precotti e inscatolati e con la scusa del tempo si rifiuti di cucinare o anche solo di imparare a farlo. Non ci vuole una laurea, nè tantomeno due giorni di fatica, per farsi un sano minestrone di verdure o un piatto di pasta.
RispondiEliminaQui c'erA anche un commento di Niki, che ho maldestramente cancellato nel tentativo di pubblicarlo usando il cellulare!
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