sabato 26 settembre 2020

Desidera, poi realizza

 Il vento mi scompiglia i capelli ma rimette ordine nei miei pensieri, proprio come fa con la sabbia sulla spiaggia. Dopo pochi istanti le mie labbra sanno di sale, così la mia pelle e mi sento viva.

Spiaggia di Budoni - in fondo l'isola di Tavolara


Respiro con il naso e con la bocca, davanti al mare, mi perdo tra le onde e la mia terra diventa automaticamente L'ALTRA  terra: LA  SCOZIA.

E' già trascorso un mese dal mio rientro e la nostalgia non mi abbandona neanche per un giorno.

Oban - bassa marea

Quanto ho desiderato visitare Oban, potermi sedere su una panchina del lungomare ad osservare il via  vai delle navi che portano alle Ebridi, accompagnare il ritmo della marea con un buon bicchiere di whisky, perdermi nei cieli infiniti del nord.

Vista sulle Ebridi

Credo non sia un caso che abbia realizzato il mio desiderio di spendere una lunga vacanza in Scozia proprio quest'anno, in piena pandemia, nel momento più incerto e caotico che noi tutti abbiamo probabilmente mai vissuto.

Avevo acquistato i biglietti aerei già a dicembre, chi avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo a marzo e nei mesi successivi.

Avevo scelto gli alloggi, previsto gli spostamenti, visto video, studiato cartine, sognato ad occhi aperti, rimodulato più volte l'itinerario...poi all'improvviso sembrava essere andato tutto in frantumi.

Ma più passava il tempo più mi aggrappavo al desiderio di partire, un anelito verso la vita, un pegno d'amore verso me stessa. Avevo bisogno della Scozia.

Desiderare, questo è stato il primo passo. Poi credere di realizzare, credere senza nutrire dubbi, così da orientare ogni fibra del mio essere verso la vittoria.

Ho sfidato il mio innato scetticismo, la mia incredulità , la rassegnazione. Ho deciso di agire il mio desiderio  proprio nel momento in cui tutto voleva farmi credere che non ci fosse più tempo per i sogni.

E invece è proprio ora che dobbiamo realizzarli. Proprio ora perchè non c'è più tempo da perdere.

Trasformare il veleno in medicina. Questa è l'urgenza.

Il mio aereo è quindi finalmente decollato il 14 agosto e , al tramonto, Glasgow mi ha accolto con la sua musica ed il suo odore che dopo diciotto anni mi è ancora familiare. 

Tramonto sul Clyde

 Glasgow o la ami o la detesti. Lo dico sempre.
Per molti è solo una città grigia e tetra. Per me è pura  E N E R G I A!
Glasgow è la McGoldrick's family, la mia famiglia d'anima, non di nascita, ma chissà se lo era in un'epoca a me ignota.
Splendidi pomeriggi passati a cucinare, bere, chiacchierare come se mai ci fossimo separati.
I miracoli del cuore.
Poi via alla volta di Oban.
E da Oban, sogno nel sogno, attraversare uno stretto braccio di mare e approdare a Kerrera; isola agognata del libro "Il cerchio celtico"di Bjorn Larsson.

The small ferry ever!
                                                           

Isola di Kerrera
                                                                   
                                                                    Eccomi sull'isola.

Cottage in una campagna sconfinata
                                                  
Ho trascorso dei bellissimi giorni; le misure anticovid, a differenza dell'Italia, non hanno privato la gente del suo innato umorismo e della inconfondibile allegria che contraddistingue gli scozzesi.
Le grasse risate degli avventori nei bar erano musica per le mie orecchie, per un breve lasso di tempo mi hanno riportato ad una certa normalità, ad un modo consueto di stare insieme godendosi l'attimo. 
Ho accolto con sollievo la pioggia, la nebbia, il vento, proprio come può farlo chi viene da una terra riarsa in cui si sono sfiorati quotidianamente i 36 gradi e oltre per un mese intero!
Ancora una volta ho constatato di quante cose inutili fosse piena la mia valigia, e questo rispecchia me e mi ricorda che devo alleggerirmi, lasciare alle spalle, rinunciare a qualche sciocca certezza che è meglio barattare con qualche grammo in più di libertà.
La Scozia si rivela sempre un incontro con la parte di me che tendo a soffocare in Italia, ed è la parte più profonda, quella da far emergere a tutti i costi, se voglio salvarmi dalla mia rigidità.
 Lì emerge prepotentemente la mia natura libera. Cambia la grana della mia pelle, diventa più luminosa; nella terra delle possibilità torno all'essenziale e al minimale e mi piaccio così. Mi piaccio di più. 
Mi do voce, seppur nel mio inglese incerto. Ed è la mia vera voce.
Nel mio grazie c'è anche un arrivederci. Coltivo il desiderio.

Oban baciata dal sole






Nessun commento:

Posta un commento